“E’ un piano di grande prospettiva, con la speranza che si possa concretizzare quanto esposto nei 10 anni previsti dal piano, poiché gran parte delle risorse vengono dai fondi Pnrr ed è fondamentale che siano impiegate per creare lavoro e ricchezza per le prossime generazioni”. Lo dichiara il segretario nazionale Ugl Ferrovieri, Ezio Favetta, in merito al piano industriale decennale del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane presentato oggi.Tra le note positive, “l’idea di integrazione dei servizi per il trasporto passeggeri e per la logistica. Valutiamo positivamente la volontà di armonizzare le attività tra società che oggi operano separatamente per diverse competenze, soprattutto nell’ambito delle infrastrutture, perché ciò porterebbe ad una maggiore efficienza dei servizi nonché a una valorizzazione delle competenze dei lavoratori”. Bene “sia il piano di assunzioni che, nell’arco di piano, prevede 40.000 inserimenti, mirato al turn over del personale sia la formazione continua: entrambi sono un segnale di crescita e di sviluppo aziendale verso un futuro basato sulla tecnologia”.

Ancora, prosegue Favetta, “i 150 miliardi di investimenti nelle infrastrutture, i 40 milioni nell’ innovazione dei materiali rotabili e nelle infrastrutture urbane danno grande prospettive al Gruppo, ai lavoratori e a tutta la nostra comunità nazionale”. Così anche “l’idea di tornare ad una parziale autoproduzione dell’energia elettrica è un’ottima iniziativa, visto che negli anni passati gli asset di produzione energetica sono stati venduti ad altri”.Tra i rilievi negativi invece “l’assenza nel piano della volontà di internalizzare lavorazioni ad oggi svolte da ditte esterne, soprattutto nelle infrastrutture, che spesso determinano problemi di sicurezza sul lavoro, altro argomento che nel piano industriale non è stato minimante affrontato”. Il segretario nota, inoltre, che “un’attività primaria per ferrovie come quella della manutenzione dei materiali rotabili non è stata presa assolutamente in considerazione dal punto di vista dell’innovazione, lasciando così immaginare che gli investimenti previsti sui nuovi materiali potrebbero portare ad un’esternalizzazione delle attività di manutenzione, oggi svolte in gran parte all’Interno del Gruppo”. “L’auspicio è che – conclude Favetta – le lacune evidenziate possano essere affrontate e superate nelle specificità dei piani aziendali, che saranno presentati dopo quello del Gruppo”.

La Presse, lunedì 16 maggio 2022