“Troviamo inaccettabile e incongruente un’ordinanza che determina l’obbligo dell’utilizzo delle mascherine sui treni, mentre in aereo la stessa misura non è prevista”.

Lo dichiara il segretario nazionale UGL Ferrovieri, Ezio Favetta, commentando l’ordinanza del ministero della Salute con proroga fino al 26 giugno dell’obbligo dell’uso di mascherine Ffp2 su tutti i mezzi di trasporto esclusi gli aerei, che prelude a un Decreto-legge che darà seguito all’ordinanza fino al prossimo 30 settembre.

“Un’ordinanza incoerente, poiché, oltre a creare disagi ai viaggiatori ancora costretti ad indossare le mascherine sui mezzi di trasporto ferroviario e non sugli aerei durante la stagione estiva, crea ulteriori problematicità ai lavoratori del settore ferroviario, costretti ad attività di controllo del rispetto della normativa. Tutto ciò in un periodo di massima affluenza, dove già le attività di controllo e gestione dei flussi sono al limite. I lavoratori del settore ferroviario si vedranno costretti ad operare mansioni non riconosciute contrattualmente, con il rischio di un aumento di aggressioni al personale, fenomeno che è già all’ordine del giorno”.

“Evidenziamo, inoltre, la mancanza di motivazione nella scelta di mantenere l’obbligo delle mascherine soprattutto sui treni Intercity e Alta Velocità, dove è obbligatoria la prenotazione del posto, come sugli aeromobili, e dove il distanziamento dei posti tra i passeggeri è addirittura superiore. Una scelta che potrebbe recare danni economici alle aziende del settore ferroviario, poiché nel periodo estivo cittadini e turisti potrebbero scegliere di viaggiare o in aereo o addirittura con mezzi privati, creando ulteriori problemi di viabilità e incrementando il livello di inquinamento”.

“I lavoratori del settore ferroviario sono stati il motore dell’Italia durante i periodi difficili della pandemia ed oggi meriterebbero un riconoscimento per il lavoro svolto, avendo consentito al Paese di non fermarsi; invece, continuano a susseguirsi ordinanze del Governo che tutto fanno tranne che tutelare il loro lavoro e la loro sicurezza. Chiediamo al ministero della Salute e al ministero dei Trasporti di rivedere la norma nel prossimo Decreto-legge in merito”, conclude Favetta.

 

Roma, 16 giugno 2022